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Articolo – di Lucie Vuillerme – giornale Le Bien Public – supplemento settimanale Quartier Libre – rubrica La vita delle arti – 02 > 08 dicembre 2005 – n°266. p.17

記事「ル・ビアン・パブリック(Le Bien Public)- スペイン展 - Verdeguer

Mostra carica di emozioni alla galleria Isselin, dove Vincent Verdeguer, sul tema della Spagna, rievoca momenti di magnifica intensità estetica.

I dipinti di Vincent Verdeguer si dispiegano come nuvole, improvvisamente si aprono di fronte a un paesaggio, e così lo rivelano. Il contrasto tra le masse vaporose e la nitidezza delle linee è qui prodotto dalla densità della pittura unita alla superficie liscia della fotografia.

Questi inserti fotografici nella tela, l’artista li chiama “innesti”, facendo riferimento al mondo vivente. Per Verdeguer, che inizialmente era un pittore astratto, l’intervento della fotografia consente, infatti, “un ancoraggio agli altri” grazie alla sua immediatezza realistica. La pittura, invece, consente “un’incarnazione”: nel punto in cui le materie si incontrano, l’opera prende vita. Il tema della Spagna, paese d’origine dell’artista, ha dato corpo a radici dimenticate, ricordi d’infanzia che si sono innalzati in lui come lava incandescente.

“Questa serie spagnola è iniziata con uno scambio, lo scambio di due quadri con un sontuoso abito di luce (Verdeguer colleziona oggetti di corrida). All’inizio ero sopraffatto”, confida il pittore che, in realtà, aveva appena trovato l’impulso per cercare nel più profondo di sé il paese dei suoi antenati. Una Spagna che si è riversata attraverso le scene di corrida, flamenco e settimana santa. Queste scene classiche non hanno nulla di cliché (in ogni caso, il concetto di “pittoresco” non ha senso in Spagna) grazie alle nuvole di vernice e carta sgualcita che si mescolano alla fotografia. Queste nuvole talvolta polverose rendono tangibile la violenza di un’estocada, la stridula interiorità del flamenco, il fracasso degli applausi e dei gridi nell’arena, l’eccitazione di una danza. I movimenti della materia sottolineano la tensione di un braccio alzato in cima a un volantino nero, o la potenza compatta del torero che volteggia attorno all’animale. Punto culminante, la luce: lo splendore di un orecchino, i fuochi delle candele erette nelle processioni, il riflesso di un corno d’argento, il luccichio dei matador o semplicemente il sole che colpisce le facciate delle stradine di Siviglia. Un tema molto spagnolo, ereditato dalle luci fiamminghe, così come questo grande quadro in cui un’enorme vela di arabeschi rossi sangue si stende ai piedi delle immagini pesanti. Ancora più spagnole, queste processioni di penitenti, mai mostrate prima da Vincent Verdeguer, le cui alte cappuccio appuntite formano il ritmo, isolate da aurore di luce. Nel silenzio, manca solo l’irruzione di una voce rauca, un canto implorante di flamenco che si innalza fino al cielo.


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